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COMUNICATO STAMPA

2 Luglio 2010

Al via oggi a Roma L'HackMeeting

Tre giorni contro il Grande Fratello

"Combatti il controllo". E' questo il tema sul quale si apre a Roma la tredicesima edizione dell'hackmeeting, l'incontro annuale degli hacker, che si terrà da oggi fino al 4 luglio nel centro sociale La Torre, alla periferia della capitale.

Hackmeeting è un incontro di culture, che vedono al centro l'etica hacker della riappropriazione dei saperi. Tre giorni di incontri e seminari per lanciare l'allarme: "Telecamere, carte magnetiche, telefonini e social network - denunciano gli hacker - monitorano ogni aspetto della nostra vita e la registrano. Spostamenti, consumi,
abitudini, conversazioni: tutto viene osservato, indicizzato, catalogato. I grandi fratelli sono tanti, sono ovunque e hanno mille facce".

Due mesi fa, ricordano i tecno-attivisti, è stata inaugurata la "sala sistema Roma", una grande centrale che mette in rete tutte le telecamere della capitale, oltre 5mila, che è in grado di esaminare automaticamente il contenuto di migliaia di immagini al minuto, e
persino di ricevere in diretta quelle degli impianti di video sorveglianza montati sugli autobus. Insomma una struttura sostanzialmente in grado di seguire con i suoi mille occhi uncittadino lungo un intero percorso da un punto qualsiasi della città fino al capo opposto.

E uno spazio di vita controllato è solo tipico delle aree di prigionia o di guerra, una cittadinanza sotto controllo perde la coscienza del proprio diritto alla privacy, e con esso della propria dignità e dei propri diritti in generale.  Viene creata una generazione incapace di rivendicare i propri diritti perchè non sa di averne.

E se si aggiungono nuovi strumenti di controllo, altri sono ormai consolidati: le transazioni effettuate con bancomat e carte di credito restituiscono un profilo delle attività di ciascuno, le carte magnetiche dei supermercati il dettaglio delle abitudini e dei gusti personali. Mentre il cellulare traccia ogni nostro spostamento e il provider internet registra ogni email e ogni sito visitato, annotando tempi e quantità.

"Ma tutto questo - insistono gli hacker - ancora non basta: siamo noi stessi a offrire spontaneamente tutti quei dati che il grande fratello da solo non riesce ancora a carpire: pubblichiamo spensieratamente le nostre foto su internet e mettiamo a disposizione il contenuto delle nostre email in cambio di una pubblicità mirata e meno fastidiosa, e
offriamo persino la mappa completa delle nostre relazioni personali, indicando amicizie, conoscenze, affetti".

"Le tecnologie - spiega Deckard, uno dei partecipanti all'hackmeeting, che ha scelto un nickname di fantasia tratto da un racconto dello scrittore americano Philip Dick - rappresentano strumenti di controllo che un po' alla volta permettono, in modo sempre più efficace, di catalogare e monitorare ogni aspetto della vita quotidiana. Allo
stesso tempo però sono anche un grande strumento di resistenza. Basta studiare un po' come funziona tutto questo per individuare sistemi concreti per sottrarsi al controllo: per esempio evitare le carte sconti nei supermercati e criptare la posta elettronica con alcuni
programmi disponibili in rete".

"Non solo - prosegue - ma la tecnologia si può usare anche per rovesciare i mezzi e i modi della produzione, ridando valore allacollaborazione, al bene collettivo e alla condivisione. Così è nato il software libero, che ha dimostrato che si possono scrivere programmi e sistemi operativi migliori e più efficienti di quelli prodotti dalle grandi multinazionali semplicemente dando valore alle persone inveceche ai soldi".
 
"Per discutere di tutto questo - continua - ogni anno organizziamo l'hackmeeting. Per noi essere hacker non ha strettamente a che fare con i computer. E' più un'attitudine alla curiosità, alla sperimentazione, una voglia di essere consapevoli e disposti a condividere le proprie scoperte con gli altri. Un impulso a intervenire sulla realtà che ci circonda per migliorarla, per renderla più umana, più vicina ai bisogni veri delle persone".

Ufficio Stampa HackMeeting 2010

Yattaman
Tel. 347.9422957
Email: yattaman@anche.no

Scheda 

Da quando si fa l'hackmeeting?

Il primo hackmeeting si è svolto a Firenze, nel 1998. Da allora si è tenuto ogni anno in diverse città. Nel 2000 si è svolto a Roma e quest'anno torna, dopo dieci anni, nella capitale.

Chi lo organizza?

L'hackmeeting è un momento annuale di incontro di una comunità che si riunisce intorno a una mailing list. Non esistono organizzatori e fruitori. Tutti possono iscriversi e partecipare all'organizzazione dell'evento, semplicemente visitando il sito www.hackmeeting.org ed entrando nella comunità.

Perché il tema "combatti il controllo"?

Controllo e resistenza sono in realtà i temi intorno ai quali si snoda tutta l'attività e la riflessione della comunità fin da quando è nata, negli anni 90. Le tecnologie rappresentano strumenti di controllo che un po' alla volta permettono alla autorità, in modo sempre più efficace, di catalogare e monitorare ogni aspetto della vita quotidiana. Ma basta studiare un po' come funziona tutto questo per capire che ci sono delle cose concrete che si possono fare per sottrarsi a questo controllo.

Quanto costa l'ingresso?

L'ingresso è gratuito, ma è consigliata un'offerta all'ingresso di qualche euro.

Come viene finanziato l'evento?

Le spese sono sostenute grazie ai contributi volontari, alla vendita di magliette e altri gadget e in alcuni casi all'introito del bar.

Quanto dura?

Tre giorni, dal 2 al 4 luglio.

Dove si svolge?

Al centro sociale La Torre, in via Bertero 13, nella zona di Ponte Mammolo. E' consigliato portare la tenda, si dorme nel parco di fronte al centro.

Chi tiene i seminari?

Chi ne ha voglia. Se qualcuno vuole proporre un seminario, non deve fare altro che proporlo in lista. Se la proposta piace, si calendarizza. Se non piace, si danno utili consigli per farla piacere.

Ma cosa si fa, a parte seguire i seminari?

Esiste una "lan-space", vale a dire un'area dedicata alla rete: ognuno arriva col proprio portatile e si può mettere in rete con gli altri. In genere in questa zona è facile conoscere altri partecipanti, magari per farsi aiutare a installare Linux, per risolvere un dubbio, o anche solo per scambiare quattro chiacchiere. A parte questo rimane valida la presentazione della prima edizione, Firenze 1998: "L'hackmeeting è un open-air festival, un meeting, un campeggio, un hacking party, un momento di riflessione, un'occasione di apprendimento collettivo, un atto di ribellione, uno scambio di idee, esperienze, sogni, utopie, amore".

 

Primo comunicato Stampa

Software libero, privacy, social network, tecniche di programmazione, reti senza fili, cellulari spia. Di tutto questo si parlerà all'hackmeeting 2010, il raduno nazionale degli hacker, giunto alla sua tredicesima edizione, che si svolgerà a Roma dal 2 al 4 luglio e che ogni anno attira migliaia di persone.

Tre giorni di campeggio libero intorno al C.S.A. La Torre, un centro sociale alla periferia della capitale, per immergersi nel verde e contemporaneamente nella tecnologia. Seminari per condividere competenze tecniche, ma anche per discutere di privacy, controllo, nuovi media; per capire le conseguenze della convergenza di telefonia mobile, internet e media, l'esplosione dei social network con la commistione tra pubblico e privato, tra commerciale e personale. Per sapere un po' meglio come funziona la grande macchina, anche dal punto di vista tecnico, per essere più consapevoli dei propri gesti quotidiani e anche per imparare qualche utile trucchetto. Insomma per conoscere meglio il grande fratello e capire come combatterlo.

L'hackmeeting è un evento organizzato in maniera orizzontale, attraverso una mailing-list. Tutto l'anno la lista è attraversata da discussioni su temi caldi e l'hackmeeting è il momento dell'anno in cui i partecipanti si incontrano di persona, concedendosi tre giorni intensivi per imparare dagli altri e per insegnare quello che sanno.
Tutti possono partecipare alla lista. Basta iscriversi. I seminari sono proposti e tenuti dagli stessi partecipanti, ognuno secondo le proprie competenze e inclinazioni.

L'evento è completamente gratuito e tutto il lavoro necessario a organizzarlo è volontario. In genere i partecipanti lasciano un contributo libero per sostenere le spese di organizzazione. Proprio in questo spirito, oltre ai seminari, trova spazio all'hackmeeting una "lan-space", vale a dire un'area dedicata alla rete, dove ognuno arriva col proprio portatile e si può mettere in rete con gli altri.
In genere in questa zona è facile conoscere altri partecipanti, magari per farsi aiutare a installare Linux, per risolvere un dubbio, o anche solo per scambiare quattro chiacchiere.

Quest'anno l'hackmeeting, come nelle ultime due edizioni, è stato preceduto da un "warm-up": una serie di eventi tra Roma, Napoli,Firenze e Rende (Cosenza), organizzati, tra aprile e giugno, in vista del raduno. Tra i temi trattati, crittografia (tecniche per spedire email private), Drm (digital rights/restrictions management, usati per impedire la copia  di file audio e video), file sharing, applicazioni free software per l'ambito scientifico e accademico, riciclo di vecchi computer, reti mesh (infrastrutture di telecomunicazioni costruite dal basso e libere dal controllo).

"L'hackmeeting - spiega Deckard - è l'incontro delle comunità, delle controculture digitali e non, e delle individualità che si pongono in maniera critica e propositiva rispetto all'avanzare delle nuove tecnologie, sempre più legate a doppio filo al controllo sociale, alle imprese belliche e alla commercializzazione di ogni spazio vitale".
Deckard non è un nome vero. All'hackmeeting tutti i partecipanti, gelosi della propria privacy, utilizzano dei nickname e Deckard è il nome del protagonista del celebre racconto "Ma gli androidi sognano pecore elettriche?", di Philip Dick, da cui è tratto il film Blade Runner.